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Il Paese dell’Utopia – Conclusione

In conclusione, la soluzione dei problemi posti da Pound all’attenzione del Mondo sta nel rivendicare, a favore di ogni popolo, la proprietà della sua moneta.

La rivoluzione monetaria della Banca d’Inghilterra ha trasformato la moneta-proprietà del portatore (oro) in moneta nominale (debito del portatore e proprietà della banca).

La controrivoluzione deve trasformare la moneta-debito in moneta proprietà del portatore (non della banca), senza riserva (come l’oro), con simbolo di costo nullo (come la carta). Continua a leggere


L’ABC dell’economia – Parte seconda – Capitolo IV

Ho detto «il che per varie ragioni non è necessario» perché il «salario» è ora misurato in moneta corrente che è pura convenzione, e un pezzo di carta con su scritto 10 non è più difficile da fornire di un pezzo di carta con su scritto 5 o 20.

Esistono vari sistemi di credito che potrebbero risolvere il problema di lasciare la cifra 10 sul pezzo di carta, anche se la giornata di lavoro fosse ridotta della metà. Continua a leggere


L’ABC dell’economia – Parte seconda – Capitolo III

Ho detto «il che per varie ragioni non è necessario» perché il «salario» è ora misurato in moneta corrente che è pura convenzione, e un pezzo di carta con su scritto 10 non è più difficile da fornire di un pezzo di carta con su scritto 5 o 20.

Esistono vari sistemi di credito che potrebbero risolvere il problema di lasciare la cifra 10 sul pezzo di carta, anche se la giornata di lavoro fosse ridotta della metà.

Douglas darebbe i biglietti al commerciante. Io ho abbozzato un sistema per fornirli via la fabbrica. Continua a leggere


L’ABC dell’economia – Parte seconda – Capitolo II

Obiezioni (cfr. Parte prima, Capitolo 3) – Il certificato del lavoro compiuto deve equivalere a tale lavoro.

MA

quando risulta che è stato coltivato troppo grano i certificati relativi alla sua coltivazione, o gli ordini di consegna, varranno di meno. Cioè a dire, il titolo relativo a una particolare sostanza si svaluta rispetto al titolo generale (moneta). La finanza dei finanzieri consiste in gran parte nel far giocare abilmente titoli generali contro titoli specifici. Così, per esempio, il crollo dei prezzi sul mercato del grano. Il tutto sembrerebbe pacifico e ben noto.

Quando il certificato non è «moneta» o mezzo di scambio, ma un certificato specifico, esso è «giusto» nel senso che l’ordine di consegnare tanti staia già «pagati» implica tanti staia.

Un certificato inteso come «mezzo di scambio» non stabilizzerà automaticamente la circolazione monetaria né produrrà giustizia, a meno che non si usi il buon senso nella produzione di beni (cibo ecc. ). Di qui le richieste di pianificazione ecc. Intendo dire che tutte le obiezioni ecc. alla mia tesi principale ci riportano a fenomeni noti.

O l’individuo deve usare la propria intelligenza, o qualche insieme di individui (lo Stato o altro) deve convincere o prevedere o consigliare o controllare. Continua a leggere


Il Paese dell’Utopia – Capitolo III

3 – Il credito

Il credito ha un valore commisurato a quello della prestazione oggetto del credito. La moneta ha un valore commisurato all’ammontare numerico delle unità di misura del valore in essa rappresentate. È un puro valore giuridico causato dalla convenzione sociale sia nella sua essenza che nel suo ammontare.

Il credito, come ad es. la cambiale, si estingue col pagamento. La moneta continua a circolare dopo ogni transazione perché, come ogni unità di misura, è un bene ad utilità ripetuta.

Le scuole monetarie odierne, ignorando la distinzione tra valore creditizio e valore indotto hanno definito la moneta con l’assurda formula di “debito e/o credito inesigibile” per giustificarne l’esistenza e l’utilizzazione ripetuta. La risultante è stata l’assurda dichiarazione apposta sulle banconote (ad es. Lire Mille pagabili a vista al portatore. F.to Il Governatore della Banca d’Italia) concepite come false cambiali. Continua a leggere


Il Paese dell’Utopia – Capitolo II

1-2 La moneta e la circolazione

La moneta fu definita in modo esauriente da Aristotile come misura del valore.

In ogni frase vi sono sempre due significati: uno esplicito e l’altro implicito. Il limite dei monetaristi sta nel fatto di essersi limitati a considerare solo il significato esplicito della definizione di Aristotile, “misura del valore” ed ignoravano quello implicito: “valore della misura”. Ogni unità di misura ha infatti, necessariamente, la qualità corrispondente a ciò che deve misurare. Come il metro ha la qualità della lunghezza perché misura la lunghezza, la moneta ha la qualità del valore perché misura il valore. Sicché la moneta non è solamente la misura del valore, ma anche il valore della misura che è il potere d’acquisto.

Poiché ogni unità di misura è una convenzione ed ogni convenzione è una fattispecie giuridica, la moneta è una fattispecie giuridica. Dunque, la materia prima per fabbricare moneta è la medesima che serve a produrre fattispecie giuridiche: forma e realtà spirituale ossia simbolo e convenzione monetaria. Continua a leggere